
Ricerca: l’impegno Assobenefit
Uno degli impegni principali di Assobenefit è il sostegno alla ricerca scientifica in merito alle Società Benefit. Il Comitato Scientifico di Assobenefit è composto da professori universitari ed esperti del mondo delle imprese e delle professioni.
Alcuni temi su cui lavora il Comitato Scientifico
- Evoluzione normativa, inerenza dei costi, premialità per la valutazione impatto, diritto di recesso, studio su particolari casi di Società Benefit e valutazioni di eventuali estensioni della legge.
- Analisi comparata con leggi straniere e valorizzazione internazionale della legislazione italiana in termini di competitività per le nostre imprese.
- Valutazione di impatto: classificazione delle esistenti valutazione d’impatto e come promuovere delle linee guida.
- Obiettivi di beneficio comune e clausole statutarie.
- Le Società Benefit per le quotate, le Società Benefit per le società di servizi di proprietà pubblica, le Società Benefit e le cooperative.
Gruppi di lavoro
Assobenefit ha costituito al suo interno due gruppi di lavoro composti da membri del Comitato Scientifico, del Consiglio Direttivo e da rappresentanti delle imprese associate:
- Gruppo di lavoro sulla valutazione di impatto
- Gruppo di lavoro sulla fiscalità delle Società Benefit.
Il gruppo di lavoro sulla valutazione di impatto sta realizzando un report in merito alle metriche per la valutazione di impatto e ha realizzato un questionario tra le sue associate sul tema della valutazione di impatto.
Il gruppo di lavoro sulla fiscalità, a giugno 2021, ha preparato un documento sull’inerenza dei costi nelle Società Benefit che Assobenefit ha presentato come interpello informale all’Agenzia delle Entrate.
Il gruppo si è avvalso del lavoro di Dario De Rossi, Dottore commercialista e revisore legale, membro del Comitato Scientifico, di Katiuscia Terrazzani, Country Manager dell’associata Ayming Italia, di Franco Broccardi, Dottore commercialista e revisore legale, partner dell’associata BBS-Lombard Srl SB e da Federico Trotti del gruppo volontari di Assobenefit.
Collaborazioni
Per favorire le attività di ricerca sul mondo Benefit Assobenefit collabora con enti di ricerca e Università.
- Yunus Social Business Centre dell’Università di Bologna
Collaborazione nel 2020 per un progetto di ricerca volto ad approfondire le motivazioni che portano le imprese a costituirsi come Benefit e delle governance che guidano queste forme di imprese, particolari assetti organizzativi che supportano l’impresa nello sviluppo di un approccio sostanziale e scalabile dell’impatto sociale; - Centro Studi di Economia Applicata (CSEA) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
È stato sostenuto uno studio in merito alle caratteristiche economico-finanziarie delle società che hanno deciso di trasformarsi in benefit; - Centro Tiresia del Politecnico di Milano
Pubblicazioni di interesse
dei membri del Comitato Scientifico
A cura di Domenico Siclari in Rivista Trimestrale di Diritto dell’Economia.
Gennaio 2019
“Fin dalla stesura del ddl istitutivo delle Società Benefit ci si è posti il tema del diritto di recesso e dell’opportunità di disciplinarlo in caso di trasformazione in Società Benefit.
Senza nascondere anche la complessità di una tale operazione, in qualche modo in contrasto con la semplicità del testo che si intendeva realizzare, è stata da sempre convinzione del legislatore che non fosse necessario nè opportuno procedere ad alcuna disciplina ad hoc, ritenendo che la trasformazione in sè di una società in benefit non dovesse comportare questa facoltà. Nel contempo non si voleva nemmeno tagliare come un nodo con una spada l’eventuale diritto dei soci che fosse legato a qualche fattispecie eventualmente annidata e/o correlata alla trasformazione. Sostanzialmente si è inteso eludere il problema, partendo da queste semplici convinzioni e ritenendo utile, visti i tanti elementi innovativi del disegno di legge, che fosse un approfondimento tra gli addetti ai lavori a far emergere le corrette valutazioni. Puntualmente all’indomani dell’approvazione della legge il tema si è presentato e molte importanti società lo hanno valutato, con differenti considerazioni, tra i rischi connessi alla trasformazione.”
Sen. Mauro Del Barba, primo firmatario del ddl istitutivo delle Società Benefit.
Il Prof. Domenico Siclari ha seguito gli aspetti giuridici delle SB fin dal periodo della stesura del ddl, fornendo anche su altri temi un autorevole contributo. Assobenefit ha richiesto un suo contributo che è stato fornito nella forma più autorevole possibile, grazie alla rivista trimestrale di Diritto dell’Economia che effettua un doppio referaggio degli articoli che pubblica come riportato nelle regole di autodisciplina per la valutazione dei contenuti.
Di Margherita Bianchini e Cecilia Sertoli.
26 gennaio 2018
Margherita Bianchini e Cecilia Sertoli si dedicano allo studio dell’universo delle società benefit, attraverso una ricerca empirica delle loro principali caratteristiche. L’analisi fa riferimento a determinati parametri quali: il trend di crescita delle società benefit, la loro collocazione territoriale e la tipologia societaria di riferimento. I risultati mostrano che, a due anni dall’introduzione nel nostro ordinamento, sono state costituite 187 società benefit, la maggior parte situate in Nord Italia. Per quanto riguarda le varie fattispecie societarie, esse risultano essere alquanto eterogenee, con una predilezione per le società di capitali piuttosto che di persone, in particolare S.r.l. di dimensioni medio-piccole. Nonostante ciò, le autrici scelgono di concentrare la propria attenzione verso le S.p.A., seppur molto inferiori numericamente, in quanto si presentano più in linea con la definizione di società benefit così come individuata dal legislatore, ossia un’organizzazione volta a tutelare l’incontro degli interessi degli azionisti con quelli degli stakeholder. Le autrici si dedicano poi a un’analisi relativa al contesto in cui le società benefit devono affermarsi. Viene così posto in essere un confronto tra BCorp – società di origine statunitense che si sottopongono in maniera volontaria a un percorso di valutazione del proprio impatto ambientale e sociale – e le società benefit – la cui destinazione di perseguimento di un beneficio comune deve rientrare espressamente in una clausola statutaria. Tale clausola è elemento fondamentale e caratterizzante delle società benefit, in quanto la natura ibrida – economica e sostenibile – è ciò che permette l’identificazione delle stesse. Di fatto, ciò che emerge è che di norma le società si concentrano su una valorizzazione virtuosa della gestione delle proprie attività specifiche, più che sull’apporto di modifiche definitive nel proprio assetto societario. L’articolo procede analizzando una serie di problematiche intrinseche, dalla difficoltà nella quantificazione del beneficio comune effettivamente realizzato, al livello di discrezionalità degli amministratori, all’identificazione di un soggetto responsabile del perseguimento del beneficio comune. Un’altra questione di particolare interesse è rappresentata dal diritto di recesso che i soci potrebbero esercitare a fronte di una modifica statutaria a favore della costituzione di una società benefit. Infine, le autrici ribadiscono la distinzione fondamentale che esiste tra impresa sociale e società benefit: mentre la prima non persegue finalità di lucro ed è votata alla realizzazione di un interesse collettivo, la seconda rientra nell’universo for profit e si impegna ad affiancare ai propri obiettivi di massimizzazione del profitto il perseguimento di un beneficio comune.
A cura della volontaria Valentina Cociancich.
A cura di Umberto Tombari.
Novembre 2018
La grande società per azioni rappresenta, ormai da tempo, un’istituzione socio-economica dominante nella realtà globale contemporanea. Le corporations possiedono enormi ricchezze, assume così un’assoluta centralità il problema delle regole di esercizio del potere gestionale e degli interessi. Quale spazio trovano gli “altri interessi” e le finalità ad impatto sociale? In un momento in cui gli Stati nazionali faticano a perseguire le proprie politiche di welfare e a fornire adeguate risposte alle richieste di “Beni comuni” emerge con forza la richiesta di un ruolo speciale della grande impresa. Lo studio che sviluppa Umberto Tombari in questo libro si propone di verificare se l’ordinamento societario attualmente vigente imponga all’organo amministrativo il perseguimento di un “unico interesse” o di una “pluralità di interessi” definendo le categorie di potere e di interesse all’interno dell’impresa azionaria. Alla luce di queste riflessioni l’introduzione nel nostro ordinamento della “società benefit” esige un’attenzione particolarmente significativa e apre nuove prospettive sistematiche.
Pubblicazione a cura di Barbara De Donno e Livia Ventura
La pubblicazione del presente volume è stata finanziata integralmente dal Dipartimento di Giurisprudenza della LUISS Guido Carli. Il volume è stato sottoposto ad una procedura di valutazione anonima di double blind peer review svolta da due professori esterni al Dipartimento di Giurisprudenza della LUISS Guido Carli.
Di Livia Ventura.
Maggio 2016
Estratto dalla Rivista “Contratto e Impresa”, Dialoghi con la giurisprudenza civile e commerciale.
